Il potere curativo della musica
Un concerto di Grand Piano in un luogo magico come Eranos sede di Carl Gustav Jung non può che dar luogo a un evento altrettanto straordinario…
La performance di Capitanata nella sala conferenze sulle sponde svizzere del Lago Maggiore ha un potere altamente evocativo, denso di suggestioni e riflessioni infinite. Agendo in profondità, i brani del CD accordati sulle frequenze naturali di 432 Hz sono come una carezza per l’Anima e hanno un potere benefico e curativo per gli ascoltatori. Le dolci sfumature di colori della sua musica arrivano direttamente al cuore e all’anima risvegliando energie sopite che donano equilibrio e momenti di beatitudine.
Questo secondo volume dedicato al Potere Curativo della Musica è un saggio destinato a un ampio pubblico e svela il rapporto fra l’anima, la musicoterapia e la psiche umana intesa come coscienza del viver sano. Il libro si sviluppa piacevolmente attraverso una serie di “conversazioni” tra il giornalista-scrittore e il compositore wellness nel meraviglioso giardino di Eranos all’ indomani del concerto.
Se oggi la musicoterapia è una realtà certificata per il benessere dell’umanità, queste lucide riflessioni rivelano altresì che l’ascolto di composizioni speciali è lo strumento più appropriato per curare i disagi psicologici della vita contemporanea e favorisce il riequilibrio dell’energia naturale di ognuno di noi. Il Potere Curativo della Musica - Volume 2 - CD con Libro Il CD allegato Eranos: Concerto di Grand Piano per l’Anima dimostra l’abilità di Capitanata a comunicare le proprie emozioni facendo intraprendere all’ascoltatore un profondo viaggio intriso di atmosfere che fanno emergere le qualità naturali dell’anima.
Il compositore alterna armoniosamente melodie incantate e momenti di raccoglimento che hanno la capacità di coinvolgere l’ascoltatore in un’esperienza musicale di profondo ed intenso benessere e relax. La versione originale di ogni brano è stata rimasterizzata e accordata sulle frequenze di 432 Hz presso lo studio Gsund di Monaco.
Le musiche e i suoni della natura di Eranos sono registrati in “surround”, allo scopo di collocare l’ascoltatore al centro della scena sonora offrendo quindi la possibilità di un maggior realismo poiché in natura il suono raggiunge l’ascoltatore da ogni direzione.
Avendo girato le sale da concerto di mezzo mondo, ho una certa esperienza in merito. Dai grandi raduni all'aperto in stadi americani con centomila persone in delirio ai teatri d’epoca o modernissimi, che caratterizzano le grandi città europee da Parigi a Berlino, Dublino, Londra, Amsterdam, Vienna e Zurigo sino ai piccoli club di Mosca o ai pub irlandesi di Galway.
Qui ad Eranos avviene qualcosa di nuovo, al quale ho assistito raramente: forse sulle spiagge di Goa o nei party spirituali alle isole Hawaii.
Fra candele accese, spezie inebrianti e signore in abito elegante alternate ad attempati professori universitari ed intellettuali d’ogni età in blue jeans, il pubblico inizia a predisporsi mentalmente. Si prende posto. Il tutto avviene in un silenzio imbarazzante, quasi fosse il preludio di una cerimonia ufficiale. Un raccogliersi in se stessi per ritrovare emozioni sopite, ricordi nascosti o visioni del tutto nuove.
C’è voglia di comunicare, ma più che un dialogo interpersonale, sembra emergere il desiderio di parlare con la propria anima col supporto di una musica appropriata…
All'esterno della sala conferenze, l’oscurità ha preso il posto degli ultimi tenui bagliori di un tramonto infuocato. I nuovi protagonisti sono i cinguettii degli uccelli, il lento, inesorabile sciacquìo delle acque del lago ed una brezza che sferza leggermente le fronde di alberi secolari…
Per l’occasione, con una inedita timidezza verbale, presento in inglese ed in italiano l’artista ospite.
Quando Capitanata inizia a dispensare le note del pianoforte appartenuto a Carl Gustav Jung il cerchio si chiude. La gente chiude gli occhi con un sorriso ed incomincia a viaggiare sulle note di un tappeto magico, quasi benedetta da un guanto di velluto rosso posato sulla fronte. Chi resta vigile, ha uno sguardo serissimo. Altrove è troppo buio per annotare le impressioni sui volti e soprattutto nessuno proferisce parola, perché la musica è l’unico linguaggio emozionale che fa vibrare l’anima.
Faccio quasi fatica a distinguere se sia più concentrato il pubblico o il musicista.
Di fatto l’alchimia funziona e, nell'arco di pochi secondi, si instaura un rapporto diretto fra il compositore ed i visitatori della Fondazione Eranos.
Capitanata fa uso di una apparecchiatura esterna, dosata con misura e saggezza allo scopo di prolungare in alcuni brani il riverbero dei tasti del grand piano nero. Non c’è nulla di programmato nel concerto. La musica scivola via senza schemi ed obiettivi prefissati, più che improvvisata, appare destrutturata senza seguire gli standard dell’era contemporanea.
Ogni brano non ha introduzione, bridge, ritornello, coda. Tutto accade nel momento presente dove il musicista mette in scena la sua creatività esplorando i territori dell’immaginazione, mostrandoli all'istante e lascia che queste visioni prendano forma e colori che favoriscano la meditazione, il benessere e l’amore.
In sintesi, l’evento regala vibrazioni acustiche arricchite dai suoni della natura di questo meraviglioso luogo che come per magia entrano nella sala riempiendo le pause delle note diventando un tutt'uno con l’ambiente.
Pure sonorità che creano profonde visioni e carezze per l’anima in ognuno di noi.
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